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martedì 31 maggio 2016

Il prurito al cuoio capelluto

Il prurito al cuoio capelluto è una reazione infiammatoria della cute sottostante i capelli. Il prurito al cuoio capelluto è un problema comune, specie tra gli adulti. Esso può essere o non essere associato ad una eruzione cutanea visibile o ad una lacerazione della cute.
La gravità, la frequenza e la durata di questa condizione dipendono dalla causa sottostante. Alcune cause di prurito al cuoio capelluto, come la forfora (dermatite seborroica), possono essere relativamente lievi. Tuttavia, il prurito al cuoio capelluto può essere dovuto anche a condizioni più gravi, come infezioni, infiammazioni, infestazione da parassiti, disturbi autoimmuni e allergie.
In alcuni casi, questa tipologia di prurito può iniziare all'improvviso e scomparire spontaneamente in breve tempo o a seguito di un trattamento minimale, come nel caso di una lieve reazione allergica o sensibilità ad un nuovo prodotto per capelli. Il prurito al cuoio capelluto può anche insorgere nel corso di un lasso di tempo relativamente lungo, come in caso di psoriasi del cuoio capelluto.
Il prurito al cuoio capelluto può manifestarsi singolarmente o in concomitanza con altri sintomi, come una eruzione cutanea o la formazione di protuberanze visibili su cuoio capelluto e nuca. Inoltre, grattare in modo eccessivo la parte pruriginosa può favorire l'ingresso di batteri o funghi negli strati del cuoio capelluto, comportando l'insorgenza di infezioni secondarie. E' importante riferire al medico tutti i sintomi sperimentati, affinché possa diagnosticare la causa della condizione.
Il prurito al cuoio capelluto può essere causato da una grave condizione sottostante che richiede un trattamento medico, come lupus o ipotiroidismo. Qualora il prurito sperimentato dovesse essere persistente, è essenziale consultare immediatamente il medico.
 

Sintomi
Il prurito al cuoio capelluto può manifestarsi accompagnato da altri sintomi, che variano a seconda della condizione, del disturbo o della malattia sottostanti. I sintomi possono interessare la cute, il cuoio capelluto e, in alcuni casi, altri sistemi del corpo. Per esempio, è possibile sperimentare dolore articolare se il prurito al cuoio capelluto è causato da artrite psoriasica, un disturbo infiammatorio cronico.
Il prurito può insorgere in concomitanza con altri sintomi correlati a cute e cuoio capelluto, tra cui:
  • formazione di postule
  • bruciore
  • pelle screpolata su cuoio capelluto o altre regioni cutanee
  • caduta e diradamento dei capelli
  • gomiti e ginocchia pruriginosi
  • dolore
  • comparsa di un'eruzione cutanea o di segni sulla pelle
  • arrossamento, irritazione o infiammazione
  • desquamazione, sfaldamento o screpolatura della cute
  • scolorimento della cute
  • piaghe o lesioni da grattamento
  • piccoli punti bianchi alla base dei capelli (uova di pidocchi, lendini) o piccoli parassiti che si spostano nei capelli, nelle sopracciglia o nelle ciglia (pidocchi)
Il prurito può manifestarsi accompagnato da sintomi correlati a sistemi del corpo diversi dalla cute e dal cuoio capelluto, tra cui:
  • pelle fredda e scarsa tolleranza al freddo
  • appetito ridotto
  • depressione
  • stanchezza
  • sintomi simil-influenzali (stanchezza, febbre, mal di gola, cefalea, tosse e dolori)
  • dolore e rigidità articolare
  • scarsa concentrazione e problemi di memoria
  • problemi a carico delle unghie, come ingiallimento o vaiolatura o unghie fragili
  • occhi rossi, pruriginosi e lacrimazione oculare
  • starnuti e naso gocciolante
  • stress e ansia
  • perdita o aumento di peso inspiegabili
Cause
La causa più comune di prurito al cuoio capelluto è la forfora, o dermatite seborroica, che si ritiene sia causata da una combinazione di pelle grassa e crescita eccessiva di lieviti. I fattori ambientali e lo stile di vita (come prodotti per i capelli, acne, stress e obesità) sembrano incrementare il rischio di sviluppare dermatite seborroica.
Molti altri disturbi e condizioni possono causare l'insorgenza di prurito al cuoio capelluto, tra cui disturbi autoimmuni e infiammatori, infezioni, allergie e pidocchi. La psoriasi è un disturbo infiammatorio cronico causato da un problema a carico del sistema immunitario, tuttavia la causa esatta non è nota. Batteri e lieviti possono infettare la cute e i follicoli piliferi presenti sul cuoio capelluto, causando l'insorgenza di un intenso ciclo prurito-grattamento.
I pidocchi sono piccoli insetti che si nutrono di sangue e depongono le loro uova sul cuoio capelluto. I pidocchi non comportano gravi problemi medici, sebbene siano estremamente contagiosi e causa di forte prurito, che può causare lacerazioni cutanee e l'insorgenza di possibili infezioni batteriche secondarie. Il prurito al cuoio capelluto può anche essere provocato da una allergia o sensibilità ai prodotti per capelli, come tinture e altre sostanze chimiche.
Il prurito può essere causato da una varietà di disturbi e infezioni della cute, tra cui:
  • acne cheloidea nucale (tipologia specifica di follicolite che interessa principalmente i maschi di origine africana)
  • dermatite allergica da contatto o dermatite da contatto irritante (per esempio una dermatite dovuta ad una tintura per capelli)
  • forfora o crosta lattea (dermatite seborroica)
  • eczema (dermatite atopica)
  • follicolite (infezione di un follicolo pilifero)
  • infezione fungina (tinea capitis, tigna) o infezione batterica a carico del cuoio capelluto
  • pidocchi
  • ipotiroidismo
  • lupus
  • psoriasi
  • stress e ansia
  • scottatura solare
Potenziali complicazioni
In alcuni casi, il prurito al cuoio capelluto può comportare l'insorgenza di complicazioni, specie in caso di intenso grattamento, che può causare la lacerazione della cute del cuoio capelluto. Grattare la parte pruriginosa può favorire l'ingresso di batteri o funghi negli strati della cute del cuoio capelluto provocando l'insorgenza di infezioni. Le potenziali complicazioni includono:
  • cellulite (infezione della cute e dei tessuti circostanti causata da una crescente infezione batterica o fungina)
  • caduta e/o diradamento/assottigliamento dei capelli o aree prive di capelli
  • formazione di lesioni e piaghe

giovedì 19 maggio 2016

L’orticaria spontanea


L’orticaria spontanea è la forma più comune di orticaria. Una persona su quattro manifesta orticaria spontanea nel corso della vita. La caratteristica fondamentale è che i sintomi si verificano senza alcun motivo. In generale, i segni della malattia (ponfi, prurito e angioedema [tumefazione sottocutanea]) non possono essere riprodotti a comando, quindi un esame non è sufficiente a determinare i fattori scatenanti.

L’orticaria spontanea generalmente dura solo pochi giorni o settimane. Per questo viene definita orticaria spontanea acuta o semplicemente orticaria acuta. Fino al 10% dei pazienti con orticaria spontanea acuta presentano sintomi che durano più di 6 settimane. In tal caso, si parla di orticaria spontanea cronica o semplicemente di orticaria cronica.
L’ORTICARIA SPONTANEA ACUTA
L’orticaria spontanea acuta (o semplicemente orticaria acuta) consiste in un singolo episodio che dura pochi giorni o qualche settimana e si manifesta con gli inconfondibili sintomi e fastidi dell’orticaria (vedere sotto). Il quadro clinico si sviluppa solitamente entro poche ore o pochi giorni e poi si attenua lentamente. Le cause non sempre sono chiare. In molti casi, tuttavia, è possibile stabilire con precisione la circostanza che ha scatenato i sintomi, ad esempio l’ingestione di antidolorifici o altri farmaci (compresi quelli che in precedenza non avevano causato alcun problema). Nella maggior parte dei casi (> 90%), l’orticaria acuta dura solo poche settimane e può essere tenuta sotto controllo facilmente. Il trattamento dell’orticaria acuta consiste principalmente nella soppressione dei sintomi e in generale non è necessario né pratico condurre un’indagine intensiva per conoscerne le cause. E’ molto più importante riconoscere e trattare eventuali complicanze (mancanza di respiro o fastidio alla deglutizione) ed evitare l’esposizione, in futuro, a potenziali fattori scatenanti.
Sintomi
Durante gli episodi di orticaria acuta, la pelle si arrossa e appaiono i ponfi, sintomi tipici della malattia. I ponfi sono accompagnati da un forte prurito e talvolta anche da bruciore e dolore. Alcuni pazienti manifestano anche angioedema (rigonfiamento degli strati profondi della pelle), che si verifica frequentemente nella zona del viso o nelle mani e nei piedi.
Casi gravi di orticaria acuta possono causare un innalzamento della temperatura corporea o febbre, accompagnati da mal di testa, diarrea, respiro corto e problemi di deglutizione, dolori articolari e stanchezza e/o sfinimento.
Cause e fattori scatenanti
Tra le cause più comuni dell’orticaria acuta vi sono le infezioni (ad esempio, del tratto respiratorio), le intolleranze farmacologiche (come quella all’acido acetilsalicilico contenuto nell’Aspirina® e nel Thomapyrin ®, solo per citare alcuni farmaci) e le allergie/intolleranze alimentari. Al contrario, i detersivi per il bucato o i prodotti per la cura del corpo come shampoo, creme o bagnoschiuma non causano quasi mai orticaria acuta.
Farmaci che causano spesso l’orticaria acuta
–                Antipiretici (acido acetilsalicilico, Diclofenac, Ibuprofene)
–                Antibiotici (sulfonamidi, penicillina, cefalosporine)
–                Farmaci antiipertensivi (p.e. ACE-inibitori, betabloccanti, diuretici)
Terapia
Fortunatamente, nella maggior parte dei casi i sintomi dell’orticaria acuta si attenuano da soli entro pochi giorni. Per tale ragione, questo tipo di orticaria è trattato solo sintomaticamente, curando i ponfi e il prurito con specifici farmaci, noti come antistaminici (o prodotti indicati per le allergie).
Tuttavia, nel caso in cui l’episodio di orticaria acuta è particolarmente violento e, per esempio, è accompagnato da angioedema, problemi di deglutizione o dispnea, si somministrano altri farmaci (ad esempio preparati a base di corticosteroidi).
Ove possibile, è bene evitare di riesporsi in futuro, ai fattori scatenanti sospetti.

Esami
In generale non è necessario sottoporsi a esami o ricerche approfondite per identificare le cause scatenanti dell’orticaria acuta. In primo luogo poiché in molti casi la causa è evidente, ad esempio quando i ponfi appaiono in concomitanza con un’infezione delle vie aeree superiori (“febbre”) o in seguito all’assunzione di un farmaco (ad esempio l’aspirina). In secondo luogo poiché, nella stragrande maggioranza dei casi, l’orticaria acuta si risolve da sola in pochi giorni o settimane.
È consigliabile effettuare indagini più approfondite solo se si sospetta una reazione allergica (test allergici) o se si sospetta che l’orticaria si sia manifestata a causa di una malattia grave. Tuttavia, quest’ultimo caso è raro.
L’ORTICARIA SPONTANEA CRONICA
Sintomi
Quando i sintomi di orticaria spontanea persistono per più di sei settimane, si parla di orticaria cronica (o semplicemente di orticaria cronica). L’orticaria di questo tipo, con ponfi e/o angioedema che si manifestano giornalmente, settimanalmente o meno frequentemente, può avere una varietà di cause (vedi sotto).
Cause e fattori scatenanti
L’orticaria cronica può:
–                durare per anni (e a volte decenni)
–                a volte, essere causata inizialmente da una patologia grave già presente
–                in molti casi, pregiudicare la qualità di vita del paziente, al punto da rendere necessaria l’assunzione di farmaci per eliminare il prurito.
I casi gravi di orticaria cronica richiedono quindi una ricerca approfondita e sistematica volta a identificare ed eliminare le cause e i fattori scatenanti.
L’orticaria può essere generata da cause e fattori scatenanti diversi, perché i mastociti possono essere attivati da un’ampia gamma di fattori. Le orticarie croniche si suddividono, quindi, in sottogruppi a seconda di tali meccanismi e della loro frequenza. Più dei due terzi di tutti i casi di orticaria sono ascrivibili a uno dei seguenti gruppi:
–                orticaria autoimmune: intolleranza alle sostanze prodotte dal corpo
–                orticaria infettiva: reazione a fonti croniche di infezione o infiammazione che potenzialmente non causano altri sintomi oltre l’orticaria, come nel tratto digestivo
–                orticaria da intolleranza: ipersensibilità agli additivi contenuti nei cibi (coloranti, aromi o conservanti), istamina o farmaci
–                altre cause rare di orticaria cronica, come le allergie alimentari
Esami
Una terapia idonea può essere somministrata solo una volta accertate la cause dell’orticaria cronica. Per curare l’orticaria cronica occorre prima verificare la presenza di autoimmunità, infezione, intolleranza o altre cause di orticaria cronica.
Terapia
Oltre ai trattamenti che eliminano la causa dell’orticaria cronica, sono disponibili numerose terapie per tenere i sintomi sotto controllo.
La terapia ha lo scopo di curare l’orticaria cronica attraverso l’eliminazione delle cause che ne sono all’origine. Per un orticaria cronica causata da infezione, ad esempio, ciò significa eliminare l’infezione, mentre nel caso dell’orticaria da intolleranza, significa evitare la sostanza scatenante. Se questo tipo di approccio terapeutico non è possibile o si rivela inefficace, allora si somministra la terapia sintomatica. In questo caso, occorre distinguere tra procedure terapeutiche sicure e testate e terapie sperimentali.
I moderni antistaminici non sedativi e i farmaci immunosoppressori (sostanze che sopprimono la reazione immunitaria del corpo) sono considerati tra le terapie più sicure e testate per alleviare i sintomi dell’orticaria cronica. Le terapie sperimentali comprendono: trattamenti con probiotici, terapie di desensibilizzazione all’istamina (con istaglobina); iniezioni di sangue autologo e agopuntura.
Nei casi gravi di orticaria cronica, compresi quelli che comportano un rigonfiamento delle mucose accompagnato da fastidio nella deglutizione e dispnea, i pazienti devono portare sempre con sé un kit di emergenza per tenere sotto controllo possibili episodi gravi di orticaria. La maggior parte dei kit di emergenza di questo tipo includono preparati a base di cortisone ad azione rapida e un antistaminico (antagonista del recettore H1).

mercoledì 18 maggio 2016

COME AVERE UNA PELLE SANA ED ELASTICA PER SEMPRE


 

 STRUTTURA DELLA PELL
    1. 1. l’epidermide, lo strato sottilissimo che vediamo, ricoperta dal “guscio” corneo. L’epidermide è lo strato sul quale “lavorano” i cosmetici. 
    2. 2. il derma, si trova subito sotto l'epidermide, ed è lo strato spesso circa 4 mm dove ci sono i fibroblasti che producono proprio tutto: fibre, collagene ed elastiche, glicosaminoglicani –GAG – tra cui l’acido ialuronico, vasi sanguigni – che mancano totalmente nell’epidermide, e molto, molto altro… Al derma i cosmetici non possono arrivare, in quanto, una volta arrivate qua, le molecole possono essere assorbite dai vasi ed entrare nel torrente circolatorio (ma ci sono molti “messaggeri” tra epidermide e derma).
    3. 3. l’ipoderma, il tessuto adiposo o sottocute, costituito dai lobulini di grasso, o adipociti. L’ipoderma è un tessuto molto vivo e attivo, e rappresenta il centro di deposito anche di vitamine e ormoni (per es, la vit A, gli estrogeni).
2. In sintesi il benessere dell’epidermide dà la levigatezza, la luminosità, la morbidezza della pelle; il benessere del dermadà elasticità, compattezza, turgore e colore roseo; il tessuto adiposo dà pienezza, o al contrario, specie in là con gli anni, la sua mancanza, abbinata alla forza di gravità che tutto tira giù, dà floscezza e mollume (la “perdita dei contorni del viso” e le guance scavate, p.es).

3. La pelle deve essere nutrita anzittutto dall’interno, perché, attraverso i vasi sanguigni, devono arrivare tutti i nutrienti indispensabili a costruire le proteine di cui sono fatte le fibre. Per cui una pelle elastica e compatta non può prescindere da una alimentazione corretta e completa.
Le diete dimagranti incongrue, l’alimentazione irregolare, la ricchezza di junk food (cibo spazzatura che dà solo calorie e nessun vero nutriente), si leggono subito sulla pelle, che perde colore, luminosità, elasticità, compattezza – quindi invecchia precocemente. Tipico esempio la pelle delle ragazze anoressiche.

4. Ecco che cosa lede l’elasticità della pelle: accumulo di veleni (radicali liberi), con inadeguati sistemi di pulizia (scarsezza di antiossidanti, ovvero mancanza di fattori di protezione cellulare). Importante assumere questi fattori di protezione cellulare, come integratori e cibi giusti – soprattutto tutto quello che aiuta i meccanismi endogeni di protezione: qualche esempio- pomodori (licopeni), carote (betacarotene), olio di oliva, olii vegetali, curcuma, agrumi (vitC e bioflavonoidi), uva (rseveratrolo) eccetera. Ma importante anche assumere amminoacidi che consentono la costruzione delle proteine (carne….e i vegan sanno come sostituirla…), pesce, pollo, uova, soia, semi germogliati.

5. Il sole: i raggi UVA (Ultravioletti LUNGHI), ledono anno dopo anno le fibre elastiche. La pelle diventa ANelastica, e si raggrinza di più. Occorre proteggersi dall’eccesso di sole, e fare – poche – lampade.

6. Curare al meglio la pelle – epidermide- con una buona routine cosmetica (detersione, uso di prodotti adatti al proprio tipo di pelle, al proprio stile di vita, al momento che si sta vivendo), contribuisce non  solo a mantenere la cute bella e luminosa e liscia, ma a matenere integra la “barriera cutanea” – presupposto dell’integrità della cute in toto. Contribuisce inoltre a lanciare messaggi al derma, e a far lavorare al meglio fibroblasti e cellule dermiche.
Questo non significa usare creme nutrienti antirughe dai 20 anni: significa usare creme formulate in maniera affine alla cute, valide anche come veicolo (che è importantissimo, non sono importanti solo gli “attivi”!!!), e contenenti principi attivi che svolgano funzioni di protezione cellulare, ripristino dei lipidi intraepidermici – non solo del sebo!!!!, ma fosfolipidi, ceramidi, polinsaturi, etc- , ripristino del NMF (Fattore di Idratazione, Natural Moisturizing Factor). Dando insomma alla cute quello che le serve in quel momento. 

7. Lavarsi bene è fondamentale. La detersione è il presupposto di una cute sana, una cute sana è il presupposto di una cute elastica e compatta. Lavarsi bene significa trattare bene la pelle, ricordandosi che non è né uno straccio vecchio, né cristallo di Boemia. Nella mia esperienza, la migliore detersione è data da un passaggio di latte o olio o lozione struccante acquosa su viso e occhi, seguita da una buona saponetta vegetale. Ma chi preferisce il detergente liquido, userà quello. Una buona e corretta detersione eroutine cosmetica rendono inutili gli usi di peeling e scrub aggressivi periodici. Il migliore scrub è effettuato quotidianamente con una spugnetta.

8. Tra le molecole utili a mantenere l’elasticità della pelle, oltre a quelle già menzionate, ricordo vitamine A (e derivati, fino al farmaco acido retinoico), la vitamina C (o i suoi sali), le molecole antiossidanti (che lavorano come fattori di protezione cellulare), gli Amminoacidi. Numerose altre. Ma anche sostanze vegetali, ricche di composti complete e biodisponibili (latte, olii vegetali – dal vinaccioli all’oliva alla borragine al ribes nero), karitè, chiuri, rosa mosqueta,  eccetera eccetera (grande interesse per gli olii della foresta amazzonica…).

9. Gli alfaidrossiacidi (glicolico, lattico, citrico, piruvico, mandelico eccetera) hanno una azione idratante (a basse concentrazioni), inoltre levigante (esfoliano il corneo). Ma il loro reale interesse (e se si vuole, rischio in campo cosmetico) è che penetrano fino al derma, e favoriscono la penetrazione di altre sostanze. Questo nel bene e nel male: pertanto, il loro uso andrebbe gestito da esperti.

10. Da un certo punto in poi, quindi, solo tecniche mediche – facendo penetrare determinati principi attivi fino al derma, o lavorando direttamente in sede – possono essere attive nel mantenere la pelle elastica. 

11) La carenza di estrogeni toglie turgore alla pelle- per questo è opportuno mangiare bene, cibi ricchi in soia, preservare la funzionalità epatica, e mai mai mai considerare il colesterolo “famigerato”: è col colesterolo che si costruiscono gli ormoni. Per cui non abolire mai tutti i grassi dalla dieta, ma abbondare in grassi vegetali, che alzano il colesterolo “buono” (HDL) e limitano quello più dannoso (LDL).

martedì 17 maggio 2016

Dermatite Atopica: tutte le indicazioni per una corretta detersione

Lavare e idratare la pelle atopica…fondamentale si..ma come?

La pelle atopica presenta caratteristiche di secchezza ed irritabilità che richiedono una corretta detersione ed idratazione, parte integrante e non trascurabile della gestione quotidiana della malattia.

Più la pelle è idratata, meno infiammazione, prurito ed eczema si sovrappongono con conseguente minor utilizzo di farmaci e miglioramento della qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. La necessità di idratare correttamente è trasversale, sia nelle forme lievi o in remissione che nelle forme severe.


Come si lava la pelle atopica?

L’acqua deve avere una temperatura non superiore a 34°C
La doccia deve essere di breve durata (5 minuti): la presenza di calcare aumenta la secchezza della pelle. Se si fa il bagno, non superare i 15 minuti ed eventualmente aggiungere all’acqua un emolliente liquido per neutralizzare la durezza della stessa. Sono consigliabili soluzioni oleose detergenti a base di oli minerali da aggiungere a fine bagno o applicare sulla cute.
Preferire un pane dermatologico (non alcalino) o un gel lipidizzante, evitando detergenti schiumogeni e profumati. Meglio utilizzare i saponi non saponi (syndet) o il sapone di Marsiglia (derivato dall’olio di oliva).
Asciugare tamponando (lo sfregamento attiva la sensazione di prurito); se presente un eccesso di detergente risciacquare e togliere con un fazzoletto di carta.
Nel caso di neonati/lattanti può essere sufficiente detergerli con sola acqua, anche a giorni alterni, in particolare se allattati al seno. Il sapone (sapone di Marsiglia) riservarlo a situazioni in cui si sporchino o se nutriti artificialmente con il biberon.
Anche negli atopici più grandi può essere sufficiente utilizzare sapone su viso, ascelle, genitali, mani e piedi, utilizzando sola acqua nelle restanti sedi corporee.
E se nell’acqua aggiungo…

amido di riso: ha capacità antinfiammatorie, lenitive ed ammorbidenti. E’ utile sciogliere 3-4 cucchiaini in acqua. Utilizzare, però, amido di riso purissimo (in erboristeria) e non modificato.
bicarbonato di sodio: ha un’azione antinfiammatoria e riduce le irritazioni cutanee. Sciogliere 2 cucchiai nell’acqua del bagno.
farina di avena colloidale: sciogliere la farina (in erboristeria) nell’acqua del bagno e rimanere immersi per circa 15 minuti. Ha proprietà antinfiammatorie e lenitive. Va detto che sono stati segnalati casi di allergia verso gli estratti di avena presenti nei cosmetici (reazioni da contatto e reazioni immediate tipo orticaria/angioedema) e anche per contatto alimentare con l’avena. Evitare, pertanto, di aggiungere avena colloidale in caso di sensiblizzazione nota e non trascurare questa possibilità in caso di reazioni irritative da contatto, orticaria o angioedema.
Come si idrata la pelle atopica?

Idratare la pelle significa aumentarne il contenuto in acqua, riducendone la perdita (cosiddetta TEWL). Molto dipende dalla composizione, ma anche dalla formulazione. Una crema grassa, adatta per pelli particolarmente secche, può garantire un’idratazione utile per 6-8 ore; un’emulsione, invece, determinando una veloce evaporazione dell’acqua, garantisce idratazione per 2-3 ore ed un minimo effetto barriera. E’ quindi indicata per le dermatiti essudative.

Come si fa a scegliere il prodotto giusto?

Gli idratanti si distinguono in base all’azione prevalente dei suoi componenti e vanno scelti in base alle condizioni della pelle. Lo specialista dermatologo potrà consigliarvi idratanti attivi ad azione igroscopica (umettanti), ad azione occlusiva o di ripristino della barriera cutanea.

Gli umettanti assorbono e trattengono acqua nello strato corneo. Sono ad esempio glicerina, sorbitolo, urea e alfa-idrossiacidi, allantoina, NMF, collagene, acido ialuronico. Sono emulsioni (olio in acqua O/A) o gel idrati.

Gli occlusivi formano un sottile strato che trattiene l’umidità ambientale e riduce la TEWL. Sono emulsioni A/O (acqua in olio), gel anidri, oli, gel e stick di protezione. Talora sono condizionati dalla formazione di comedoni, follicoliti ed eventuale dermatite da contatto.

I rispristinanti la funzione di barriera sono acidi grassi essenziali polinsaruri, sfingolipidi e fosfolipidi, ceramidi. Agiscono rallentando la TEWL e potenziando la capacità della pelle di trattenere acqua. Sono emulsioni A/O (acqua in olio), gel anidri, oli, gel e stick di protezione.

Gli emollienti passivi, invece, sono lanolina, vaselina, olii minerali e vegetali, acidi grassi e silicone. La vaselina (costituita al 100% da lipidi) ha il vantaggio di costare poco ed essere occlusiva (utile in alcune situazioni), ma pur essendo un buon miscelante in realtà idrata poco e può essere irritante.

Ma è davvero importante utilizzare idratanti attivi?

Certo… veicolare delle molecole attive in grado di riparare la barriera cutanea oltre alla pura idratazione è importantissimo.

Nella dermatite atopica (e in altri disordini di natura allergica come a esempio allergie alimentari, rinite ed asma allergica…) sono possibili mutazioni a carico del gene per la filaggrina.

Topici in grado di integrare la proteina o suoi precursori sono in grado di velocizzare la riparazione della barriera cutanea ove danneggiata.

Ugualmente risultano importanti le creme ricche in ceramidi. Gli atopici, infatti, sono carenti in ceramidi, lipidi che trattengono acqua nello strato superficiale della pelle, rendendola meno permeabile ad allergeni, microrganismi ed agenti irritanti. L’integrarli dall’esterno significa rafforzare la barriera cutanea e ridurre tutti i fattori che favoriscono il mantenimento dell’eczema.

Quando si idrata la pelle?

Al contrario di quanto di può pensare il bagno (o la doccia) secca la pelle. Se però si idrata subito dopo il bagno (entro 3 minuti) la pelle diventa più morbida ed elastica.

L’emolliente va massaggiato bene per evitare macerazione ed irritazioni. Si consiglia di ripetere l’idratazione dopo 15 minuti in caso di secchezza eccessiva per compensare con nuovo apporto di lipidi l’evaporazione del bagno e della prima applicazione. In caso di aree particolarmente pruriginose, dopo idratazione ed emollienza, può essere utile bendare per ridurre la sensazione e proteggere dal grattamento.

Si consiglia:

per arti e tronco: una applicazione al giorno
per mani e volto: più applicazioni al giorno (sottoposte a insulti esterni e lavaggi ripetuti)
Ma si può “idratare” solo con le creme?

Esiste la possibilità di utilizzare integratori alimentari specifici che hanno la capacità di migliorare la barriera cutanea riducendo l’intensità e la frequenza degli stati infiammatori e potenziando l’attività antiossidante e antiallergica (cutanea e respiratoria).

Alcuni esempi:

Auxille Immuplus® (Envicon). A base di curcumina e resveratrolo, ha un’azione antiossidante ed antinfiammatoria. Favorisce le naturali difese dell’organismo. Se ne consiglia l’utilizzo nel periodo di maggiori manifestazioni allergiche.
Topialyse capsule® (SVR). Integratore per pelli atopiche, secche e con attività antiage. Totalmente vegetale con olio di borragine, acido linolenico, vitamina E. Ha un’azione ristrutturante ed idratante.
Bifiderm® (Bayer) a base di probiotici (Bifisobacterium Breve BR03 e Lactobacillus salivaris LS01), è un trattamento mirato per la dermatite atopica, contribuisce ad alleviarne i sintomi e ridurre la frequenza delle recidive.
Floratopic® (Pizeta) a base di probiotici Lactobacillus salivaris LS01), anch'esso indicato per la dermatite atopica per alleviarne i sintomi e ridurre la frequenza delle recidive.
Humana Daiet B gocce: è un integratore ricco in acidi grassi omega 6 e omega 3 e di acido gamma linolenico, utile in caso di dermatite atopica per migliorare la barriera cutanea e ridurre l’infiammazione.

lunedì 16 maggio 2016

Quali sono le cause ed i rimedi naturali per i capelli diradati?

 Il diradamento del cuoio capelluto colpisce soprattutto le donne, ma anche gli uomini – in minor numero – ed una parte di persone in giovane età. Il problema della caduta dei capelli – con conseguentediradamento – pare non lasciare via d’uscita a nessuno, ma è davvero così? Quali sono le cause? Esistono dei rimedi naturali a cui poter ricorrere per risolvere o moderare il disturbo? Ecco alcune informazioni in merito.Capelli
Cause
C’è chi soffre di cuoio capellito sensibile e chi, purtroppo, ha una capigliatura diradata, ma che questi problemi colpiscano tutti è, per fortuna, un luogo comune; soprattutto, se se ne individuano le cause e si possono mettere a punto delle soluzioni per il problema. Perdere i capelli nel cambio di stagione o circa un centinaio di capelli al giorno è normale per il rinnovo della capigliatura – questo fa parte, infatti, del normale ciclo del capello – ma, se il numero dei capelli è maggiore, occorre individuare le cause per risolvere il problema tricologico. I fattori scatenanti possono essere molteplici, prima su tutte la caduta ereditaria: questa, ad esempio, è dovuta alla disfunzione di un enzima che rende i capelli deboli e sottili fino a causarne, in molti casi, lo staccamento dal bulbo. Un altro fattore può essere l’eccessiva produzione di sebo per via di squilibri ormonali – dovuti al periodo della gravidanza o alla menopausa, per esempio – che possono portare anche a forfora grassa, causa dell’ostruzione dei follicoli che impedisce la ricrescita dei capelli. I capelli diradati possono, poi, essere causati da situazioni di nervosismo, stress, depressioneansia e da squilibri alimentari: un’alimentazione scarsa di proteine potrebbe esserne la causa, in quanto queste aiutano la sintetizzazione dei capelli. Nelle donne, inoltre, la causa potrebbe essere imputata ai frequenti trattamenti dal parrucchiere – incluse tinture, piastre e via dicendo – che compromettono la salute della cute. Infine, il diradamento dei capelli può essere causato da patologie alla tiroide– come ipertiroidismo ed ipotiroidismo, che vanno opportunamente e tempestivamente curate – o da fattori quali l’età.
Rimedi naturali
Per trovare una cura adatta al problema va, prima di tutto, individuata la causa tramite degli esami che farà il medico, per capire se si tratta di un diradamento normale o anomalo.
Esistono, ad ogni modo, alcuni rimedi naturali a cui poter ricorrere per tamponare il problema, come i semi di fieno greco – da ammorbidire in acqua, frullare ed applicare sulla testa per circa 60 minuti – ed ilsucco di aloe vera – che va applicato per circa 30 minuti – entrambi metodi che rinforzano i capelli e combattono la formazione di forfora. Gli impacchi di Hennè vanno, poi, applicati sul cuoio capelluto – danno anche riflessi sul rosso ramato – così come la polpa di avocadoche può essere utile da applicare sulla chioma, prima dello shampoo. Da segnalare anche il succo di arancia, l’olio di oliva e quello di coccodalle proprietà anticaduta e rinforzanti. Assumere vitamine delgruppo B – si trovano in alimenti come frutta seccapasta e riso integralilegumiortaggi verdi e miglio, ad esempio – ferro evitamina C è altrettanto importante e può essere un valido rimedio. A proposito di alimenti, si consiglia di bere del succo di lattuga espinaci – di cui ne andrebbe bevuto un bicchiere al giorno – e del tè verde dalla funzione antiossidante. Cercate, inoltre, di fare dellaprevenzione, evitando bevande alcolichefumo e concludendo lo shampoo con un getto di acqua fredda alla radice dei capelli. Infine, un massaggio delicato sul cuoio capelluto mantiene vivi i follicoli e ne stimola la circolazione sanguigna: per farlo, potete ricorrere al latte di cocco che è in grado di favorire la ricrescita, nutrendo i capelli sfibrati.

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